| Sumario: | "Nel corso dei sei anni trascorsi da esule negli Stati Uniti Luigi Sturzo ha svolto uno straordinario e intenso lavoro, dedicandosi non solo agli studi sociologici e alle sue pubblicazioni scientifiche ma anche a una eccezionale attività giornalistica, scrivendo su un gran numero di quotidiani e periodici americani. Si tratta di un ampio corpus di testi – 440 tra articoli, saggi, lettere aperte, recensioni, messaggi –, raccolti integralmente in questo volume, che testimoniano la eccezionale capacità di lavoro di Sturzo, ed evidenziano la sua straordinaria attenzione agli eventi politici, militari, culturali e religiosi che attraversano gli anni drammatici della Seconda guerra mondiale. I temi affrontati sono in parte diversi da quelli trattati durante l’esilio inglese. Lo scoppio del conflitto e il trasferimento negli Stati Uniti modificano il quadro di riferimento e l’oggetto delle sue analisi. Nei precedenti quattordici anni trascorsi a Londra il sacerdote siciliano aveva seguito con ansia crescente la crisi morale della vecchia Europa, aveva denunciato con forza i pericoli della deriva totalitaria che attraversava il vecchio continente e si era battuto perché fosse evitato all’umanità una tragedia alla quale non intese mai rassegnarsi, pur avendola amaramente prevista come «fatale sbocco» della situazione politica internazionale fin dal 1937. Ora la guerra dominava il campo, orientando le sue riflessioni e le sue battaglie. A tenere banco sono gli sviluppi politici e militari del conflitto, l’impegno per evitare all’Italia un trattato di pace eccessivamente severo e punitivo e indirizzare in tal senso l’opinione pubblica e le autorità americane, il problema della creazione di un nuovo ordine internazionale, le preoccupazioni per il futuro dell’Europa. Tempo dopo, ritornando sul periodo della sua permanenza oltreatlantico Sturzo confessa con amarezza che il suo intenso e tenace impegno giornalistico negli Stati Uniti rappresentava, in realtà, quattro «battaglie perdute»: «quella per la valutazione di un’Italia non fascista e al pari di una Francia non vichysta: l’esito fu nullo; quello delle affermazioni dei valori politico-morali di libertà, di fronte ai paesi e ai sistemi totalitari, dittatoriali, servili: l’esito fu nullo; la terza per un ordine internazionale basato sul diritto e le libertà dei popoli: l’esito fu nullo. C’era ancora la quarta battaglia: quella per un migliore trattato di pace con l’Italia; ci poteva capitare ancora peggio, ma questo che ci è stato imposto è realmente ingiusto e dannoso; l’esito fu nullo». Al di là di questo bilancio negativo con cui lo stesso fondatore del Partito popolare italiano ha inteso valutare la sua opera negli Stati Uniti, gli scritti proposti in questo volume testimoniano, una volta di più, la grande coerenza e la straordinaria passione civile e politica che lo hanno sorretto nel corso della sua vita" -- Contracubierta
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