Sumario: | "Il Parallelo della giurisprudenza, dalle pagine degli Annali Civili, ed il trattato Della giurisprudenza e del foro napoletano, èditi consecutivamente nella seconda metà degli anni ‘30 dell’Ottocento, realizzano l’affresco storico-giuridico in cui un giovane Giovanni Manna (1813-1865), che sarà poi tra i padri fondatori del diritto amministrativo, ministro e senatore del Regno d’Italia, raffigura una storia del Foro napoletano che finisce per identificarsi con la storia della società meridionale e al contempo delinea l’evoluzione dell’interpretazione giuridica, dottrinale e pratica, del Regno e Viceregno di Napoli. Il Manna Si arresta al limitare dell’attualità borbonica per preservare la dimensione storica, intende rifuggire da valenze propriamente politiche perseguendo il fine di riannodare i legami del pensiero giuridico meridionale e recuperare al corpo eloquente il precipuo passato che gli è proprio, con il riscatto da una giurisprudenza “importata”.Alligna, nel lungo corso dell’Ottocento, l’idea di una preminenza del sapere storico su quello delle altre discipline, giacché solo tale sapere è ritenuto suscettibile di contemplare le componenti individuali e valoriali della realtà spirituale, in continua trasformazione. Viene altresì recuperata l’idea vichiana che intende i vari momenti del divenire storico quali ipostasi di un principio universale e assoluto, implicito nella storia e realizzantesi attraverso la storia medesima in un ordinato susseguirsi di nessi effettuali. Aspetti, questi, riversati nel nucleo dell’idealismo ottocentesco che trova emersione e rappresentazione anche nell’opera storica del Manna" -- Contracubierta
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