Cartagena de indias missione speciale l'esperienza di Eugenio Biffi in terra colombiana da missionario (1856-1862) e da vescovo (1882-1896)

Eugenio Biffi (1829-1896) all’indomani dell’ordinazione sacerdotale del 1853, entrò nel Seminario delle Missioni Estere di Milano e tre anni dopo partì l’America con destinazione Cartagena de Indias nella República de la Nueva Granada, l’attuale Colombia. A volerlo fu Pio IX, desideroso di dare un v...

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Detalles Bibliográficos
Autor principal: Labate, Paolo (-)
Formato: Libro
Idioma:Italiano
Publicado: Roma : Ufficio Storico del PIME 2011
Colección:Studi e Documenti. Dagli Archivi del P.I.M.E. ; 7
Materias:
Ver en Universidad de Navarra:https://unika.unav.edu/discovery/fulldisplay?docid=alma991005407299708016&context=L&vid=34UNAV_INST:VU1&search_scope=34UNAV_TODO&tab=34UNAV_TODO&lang=es
Descripción
Sumario:Eugenio Biffi (1829-1896) all’indomani dell’ordinazione sacerdotale del 1853, entrò nel Seminario delle Missioni Estere di Milano e tre anni dopo partì l’America con destinazione Cartagena de Indias nella República de la Nueva Granada, l’attuale Colombia. A volerlo fu Pio IX, desideroso di dare un valido aiuto al nuovo vescovo di quella diocesi alla deriva, da anni senza pastore a causa dei contrasti politici con le autorità governative, contrastata dalla Massoneria e dal radicarsi del Protestantesimo. Una vera “missione speciale”, come riportato nel titolo di questo Quaderno, interrotta forzatamente quando nel 1862 il governo radicale lo condannò al confino per avere, come Vicario Generale, rappresentato e difeso il suo ordinario esule a Cuba per non essersi sottomesso alla normativa antiecclesiale imposta dal governo al termine della guerra civile. Tanti furono gli effetti positivi dell’impegno di Biffi in diocesi che i fedeli ne chiesero inutilmente la sua nomina a vescovo mentre egli era impegnato nel Vicariato Apostolico di Giamaica (1862-1867) e nell’attuale Myanmar (1867-1891). All’indomani della fuga dall’Isola di S. Andrés (distante quasi 900 Km da Cartagena de Indias!), infatti, il missionario aveva collaborato con i Gesuiti nella città giamaicana di Kingston, poi tra i Maya del British Honduras (ora Belize); quindi dopo il trasferimento voluto da Propaganda Fide, era stato in Asia come Prefetto dell’appena istituita Prefettura Apostolica della Birmania Orientale. “Missione speciale” fu anche il suo episcopato a Cartagena de Indias dal 1882 al 1896 voluto da Leone XIII. La diocesi versava ancora in gravi condizioni: il clero, in gran parte concubino, era ridotto nel numero e anziano d’età; il seminario era chiuso da anni; i fondi economici su cui poter contare erano esigui. Il territorio, poi, era immenso, e i paesi erano raggiungibili solo a piedi e a cavallo, o risalendo il Rio Magdalena. Non per niente all’indomani della presa di possesso della diocesi si era sentito dire dal suo Metropolita: “Le hanno dato un morto da resuscitare”. Anche in questa seconda occasione Eugenio Biffi riuscì nell’impresa con l’aiuto della Provvidenza, pronto a “Fare qualcosa di buono… finché Dio mi dica”, come affermò dopo esortazione a continuare nell’episcopato ricevuta nel 1893 dal Papa, quando gli aveva chiesto di poter continuare il suo servizio in diocesi come semplice missionario. E questo anche per le condizioni di salute sempre più problematiche, ma che da lì alla fine della sua vita non gli impedirono l’intensa attività pastorale che tutt’oggi fa sì che in diocesi lo si ricordi come il “Vescovo Santo” e si sia voluta avviare la procedura per la sua canonizzazione.
Descripción Física:244 p. ; 24 cm