Sumario: | Farsi santi è un imperativo morale per gli uomini del medioevo. Fingersi santi è talvolta un espediente per raggiungere potere politico e sociale. I teologi distinguono l'ispirazione divina da quella diabolica ed elaborano la scienza del discernimento degli spiriti. E alla fine del secolo XVI gli inquisitori includono la "simulata" santità fra le eresie e la perseguono nei loro tribunali. Teologi e inquisitori, alleati nel discriminare il "vero" dal "falso" tanto nella dottrina quanto nella morale, reagiscono alla crisi della riforma protestante controllando il miracolo e creando il concetto di superstizione, proscrivono la profezia e promuovono un modello di santità basato sulla virtù e sull'accertamento "storico" della vita del santo e del miracolo. La fama di persona santa continua però ad essere ancorata ad un modello di santità imitabile ed anche passibile di contraffazione, caratterizzata da profezia, segni nel corpo, miracoli. Quanti "finti" santi sono davvero impostori o sono definiti tali perché imitano un modello ormai bandito dalla chiesa e ritenuto pericoloso per la valenza antigerarchica e protestataria? -- Contracubierta
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