La presenza cinese in Africa

In questi ultimi anni la presenza cinese è diventata notevole in tutta l’Africa: molti grandi investimenti, progetti infrastrutturali, ma anche una capillare diffusione di piccole imprese commerciali locali. Questa presenza non è nuova. Si dice che flottiglie cinesi abbiano raggiunto la costa orie...

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Detalles Bibliográficos
Autor principal: Ingiyimbere, Fidèle aut (Autor)
Formato: Artículo
Idioma:Italiano
Ver en Red de Bibliotecas de la Archidiócesis de Granada:https://catalogo.redbagranada.es/cgi-bin/koha/opac-detail.pl?biblionumber=491147
Descripción
Sumario:In questi ultimi anni la presenza cinese è diventata notevole in tutta l’Africa: molti grandi investimenti, progetti infrastrutturali, ma anche una capillare diffusione di piccole imprese commerciali locali. Questa presenza non è nuova. Si dice che flottiglie cinesi abbiano raggiunto la costa orientale dell’Africa prima della nostra era. Mentre le recenti relazioni tra l’impero orientale e il continente africano risalgono al tempo della decolonizzazione e durante la Guerra fredda, l’attuale presenza cinese in Africa avviene per la concomitanza di tre fattori. Primo, l’esigenza di materie prime per la propria industria, di un mercato per i suoi prodotti manifatturieri e di espandere la sua influenza geopolitica. Secondo, in Cina c’è una pressione demografica che sta spingendo fuori molte persone, in cerca di migliori condizioni. Infine, i governi africani sono alla ricerca di aiuti e di investimenti stranieri, ma sono anche frustrati dalle condizioni imposte dalle istituzioni finanziarie occidentali. Le motivazioni dei vecchi colonizzatori non erano in effetti molto diverse da quelle cinesi di oggi. Siccome la Cina crea posti di lavoro, e costruisce anche ospedali e scuole, si può affermare che in termini di diritti economico-sociali, la sua presenza stia in generale migliorando la pratica dei diritti umani nel continente africano. Ovviamente su questo stesso fronte non mancano aspetti problematici, anche molto gravi: per quanto riguarda la tutela e la dignità del lavoro, quello nuovo e quello pre-esistente; l’equa retribuzione; il degrado ambientale connesso alle attività delle imprese cinesi; l’alimentazione del male endemico della corruzione. D’altra parte queste criticità non sono imputabili solo alla Cina, ma anche al disinteresse dell’autorità statali e allo scarso potere di intervento degli attivisti africani per i diritti umani. La maggior parte di coloro che riconoscono alcune conseguenze negative nella presenza cinese in Africa sostiene infatti che la soluzione potrà venire solo dagli stessi africani. In questo quadro, si deve riconoscere che l’ascesa della Cina come attore geopolitico da cui non si può prescindere è una buona notizia per l’Africa, perché le offre delle alternative per i suoi commerci, invece di costringerla ad avere un solo e unico partner. E che, oggi come ieri, il problema africano è quello di poter avere governi che facciano gli interessi del popolo africano, e non quelli delle élites. Su questo punto l’attivismo per i diritti umani è chiamato a concentrare i suoi sforzi, ricordando che la Cina – più pragmatica che ideologica – tiene moltissimo alla sua immagine internazionale. Nonostante le sfide poste dalla presenza cinese in Africa, essa è pertanto anche una nuova opportunità.