Sumario: | Sebbene correnti di spiritualità buddista e confuciana provenienti dalla Cina abbiano arricchito nel tempo la cultura coreana, la fonte più profonda della spiritualità locale risiede negli apporti indigeni delle credenze sciamaniche, che sembrano essere presenti nel cuore dei popoli da tempo immemorabile. La spiritualità sciamanica coreana è dunque da comprendere bene, perché è un’esperienza religiosa molto significativa per il popolo coreano e per le culture del nord-est asiatico.
I coreani conservano un rapporto antico e intimo con la natura, e i riti sciamanici (gut) lo impregnano di un senso del sacro. Sebbene sia radicata nei ritmi della natura e del paesaggio, la spiritualità gut non ha però avuto difficoltà ad accompagnare il trasferirsi della popolazione coreana dalle fattorie alle grandi città. Infatti le sue radici affondano soprattutto nei ritmi della vita umana: la nascita, le vicende della vita, la morte.
Nella zona di Seul, una persona diventa sciamana – adoratrice o mudang, in coreano – attraverso un processo di iniziazione. Di solito è una donna. Può celebrare un rito a casa propria o del cliente, in un piccolo santuario sciamanico o in un sito naturale. Un gut può essere una cerimonia semplice, casalinga, condotta da una sola mudang. La maggior parte dei gut sono eventi festosi. Ogni singolo rituale spesso non inizia con «Preghiamo», ma con «Giochiamo». La nozione che il gut ha della preghiera ha qualcosa di simile al gioco dei bambini alla presenza del Signore, nel quale il teologo Romano Guardini scorge una caratteristica del culto cristiano.
La Chiesa cattolica in Corea e quella protestante, nonché lo stesso governo coreano, in passato hanno avuto varie ragioni fondamentali per condannare le pratiche gut. Alcuni affermano anche che le mudang sono in comunicazione con spiriti malvagi e che danno culto al diavolo; inoltre sono comunemente considerate persone emarginate e incolte, ma molte sono sofisticate, artisticamente abili, psicologicamente astute e dedite a servire le persone bisognose.
Il cristiano è chiamato a discernere con cautela. Nella religiosità sciamanica mancano una portata universale e l’integrazione tra visione spirituale e morale. Ma vi sono alcuni valori positivi: la vita di umile sacrificio e di servizio offerto alle divinità; la percezione di un’attiva presenza divina; la comprensione e la solidarietà nei confronti dei problemi delle persone bisognose.
Vale la pena ricordare ciò che Giovanni Paolo II suggeriva, quando dichiarò nel 1986, dopo la Giornata mondiale di preghiera per la pace ad Assisi: «Ogni autentica preghiera è suscitata dallo Spirito Santo, il quale è misteriosamente presente nel cuore di ogni uomo».
|