Circostanze del reato trasformazioni in atto e prospettive di riforma
Le circostanze del reato contribuiscono al contempo sia alla migliore individualizzazione e definizione della fattispecie, sia alla commisurazione giudiziale della pena. Tale doppia anima le rende terreno eletto per politiche di stampo ora legalitario (di determinazione legale della fattispecie e di...
Otros Autores: | |
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Formato: | Libro electrónico |
Idioma: | Italiano |
Publicado: |
Firenze :
Firenze University Press
[2014]
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Colección: | Premio Tesi di dottorato ;
41. |
Materias: | |
Ver en Biblioteca Universitat Ramon Llull: | https://discovery.url.edu/permalink/34CSUC_URL/1im36ta/alma991009746765706719 |
Tabla de Contenidos:
- Premesse introduttive
- Capitolo 1 Il valore problematico dell'odierna concezione delle circostanze del reato. Un istituto a cavallo fra la teoria generale del reato e la commisurazione della pena
- 1. La nozione di circostanza del reato ed il controverso inquadramento dogmatico dell'istituto
- 2. Gli studi unisettoriali
- 2.1 Le impostazioni tradizionali. Una indagine imperniata sui problemi di «struttura» della fattispecie circostanziata in rapporto alla figura base
- 2.2 Gli studi più avanzati. L'inquadramento dell'istituto nella commisurazione della pena in senso ampio ed i caratteri nodali posti in evidenza
- 3. Gli studi plurisettoriali. I limiti delle impostazioni unisettoriali ed i vantaggi dell'approccio compositivo-pluridirezionale
- Capitolo 2 La funzione delle circostanze del reato in costante dialettica fra reale e razionale
- 1. Le circostanze del reato tra teorie monofunzionali e polifunzionali
- 2. Le teorie monofunzionali. Tradizionale attribuzione alle circostanze di una generica funzione di individualizzazione e concretizzazione della pena: prime considerazioni critiche
- 3. Il contributo della dottrina all'individuazione della funzione delle circostanze di determinazione legale della fattispecie e commisurazione legale della pena
- 4. Le teorie polifunzionali: la (ri)valorizzazione dei nessi funzionali fra la disciplina delle circostanze ad efficacia comune ed il processo di individualizzazione giudiziale della pena
- 4.1 La disciplina delle circostanze ad efficacia speciale e la prevalente funzione di determinazione legale della fattispecie penale
- 5. La coesistenza tra funzione teoretica e reale delle circostanze
- 6. Riflessioni conclusive in punto di funzione delle circostanze del reato. La dialettica compositiva fra determinazione legale e/o giudiziale della fattispecie e commisurazione legale e/o giudiziale della pena
- 7. La funzione "parcellizzata". Verso un approccio polifunzionale di tipo differenziato
- 7.1 Circostanze con variazione di pena proporzionale e circostanze con variazione di pena autonoma o indipendente
- 7.2 Le circostanze facoltative
- 7.3 Le circostanze obbligatorie, discrezionali ed indefinite
- 7.4 L'art. 63 c.p. ed il concorso omogeneo di circostanze
- 7.5 L'art. 69 c.p. ed il giudizio di bilanciamento fra circostanze eterogenee
- Capitolo 3 Il principio di tipicità penale alla "prova" del sistema delle circostanze del reato
- 1. Il principio di tipicità. Prime considerazioni di inquadramento
- 2. «Tipo forte», «tipo debole», «tipo rigido» e «(non) tipo flessibile»: i quattro diversi modelli tipologici di costruzione della fattispecie incriminatrice
- 3. Tipicità ed elementi circostanzianti
- 4. Le circostanze obbligatorie ed il tipo circostanziato rigido e forte
- 5. Le circostanze discrezionali ed il tipo circostanziato debole
- 6. Le circostanze indefinite e la loro problematica tensione con il principio di tipicità penale
- 6.1 Alcune questioni di fondo sul tappeto: la lacuna nell'incriminazione e nella dosimetria della pena e il rapporto fra circostanze indefinite ed art. 133 c.p.
- 6.2 Le circostanze aggravanti indefinite ed il «tipo circostanziato aggravato flessibile». Il caso problematico della recidiva
- 6.3 Le circostanze attenuanti indefinite o generiche ed il «tipo circostanziato attenuato»
- Capitolo 4 Legalità e discrezionalità: tensioni di fondo e trasformazioni in atto
- 1. La discrezionalità penale: premesse definitorie e delimitazione dell'indagine
- 2. Teorie «unitarie» Vs teorie «parcellizzate». Alla ricerca di fondamento sostanziale del potere discrezionale in materia penale
- 3. Le circostanze del reato quale "regno" della discrezionalità giudiziaria e le tensioni con le istanze legalistiche
- 4. Le tre fasi di espressione della discrezionalità
- 5. Proteiformità della discrezionalità penale. I diversi momenti di operatività e le sue diverse modulazioni in relazione ai singoli istituti. Discrezionalità quantitativa, discrezionalità qualitativa e fissità della variazione della pena
- 5.1 Le circostanze a variazione di pena proporzionale ed elastica: verso l'esaltazione della discrezionalità quantitativa
- 5.2 Le circostanze a variazione di pena proporzionale fissa. La "via della fissità" e l'annullamento della discrezionalità quantitativa
- 5.3 Le circostanze discrezionali e la corroborazione della discrezionalità qualitativa di tipo «individuatorio-di relazione»
- 5.4 Le circostanze attenuanti generiche fra discrezionalità quantitativa e discrezionalità qualitativa di tipo «para-normativo»
- 5.5 II giudizio di prevalenza o di equivalenza fra circostanze eterogenee ex art. 69 c.p.
- 6. Le circostanze a variazione di pena indipendente od autonoma. Il non senso della distinzione fra discrezionalità quantitativa, discrezionalità qualitativa e fissità
- 7. L'obbligo di motivazione sotteso al potere discrezionale del giudice: funzione garantista e controllo «autogovernato»
- Considerazioni conclusive. Requiem per le circostanze. Ripensare il futuro della commisurazione della pena
- Bibliografia.